Il prossimo weekend del 10-12 aprile 2015 con Panormus. La Scuola adotta la città nascosta… per non dimenticare -anno 2015
ITINER'ARS adotterà
la Chiesa di
Santa Caterina Vergine e Martire
di Piazza Bellini, Palermo.
La bellissima e preziosa Chiesa, dedicata alla Vergine D'Alessandria d'Egitto e prospiciente piazza Bellini, è annessa al Monastero delle omonime monache domenicane di clausura che per molti anni ne hanno fatto un uso quasi esclusivo. Infatti l'edificio sacro veniva aperto al pubblico dei fedeli solo per le ricorrenze liturgiche maggiori, per le veglie di Natale o di Pasqua o per il Giovedì Santo , appuntamento irrinunciabile per le religiose che con cura e dovizia allestivano l'Altare della Reposizione così che i fedeli potessero ammirarlo nel loro peregrinare in preghiera, da sempre considerato uno dei più belli ed eleganti di tutta la Città.
Nel 2008 e dopo oltre 40 anni, proprio l'Associazione Culturale Itiner'ars ha avuto il privilegio di poter riaprire alla fruizione pubblica, culturale e turistica, la magnifica Chiesa barocca di S. Caterina. Per oltre 6 anni, l'ente associativo ha avuto l'opportunità di farla visitare e farla riscoprire a molti concittadini e a tantissimi turisti stranieri, impegnandosi per ben 365 giorni all'anno, sia nei giorni feriali che nei festivi, grazie alla solidale collaborazione di tutti i suoi associati, validi esperti di settore e giovani laureati e laureandi in ambito storico ed artistico.
La costante attività profusa dell'Associazione garantendo qualità nell'accoglienza turistica e fermezza negli orari di apertura della Chiesa unita all'incessante promozione culturale che se ne è svolta e alla visibilità che l'edificio sacro ne ha maturato, hanno fatto sì che il flusso di visitatori accrescesse negli anni, tanto che essa è diventata meta irrinunciabile in città per moltissimi appassionati e studiosi del Barocco Siciliano ed uno dei Monumenti fra i più ricercati ed ammirati.
Purtroppo un provvedimento giudiziario ne ha sbarrato le porte il 14 febbraio 2014. In aggiunta, dal luglio dello stesso anno, anche le ultime tre anziane Monache sono state trasferite in un altro Monastero, abbandonando definitivamente un luogo sacro e storico che nemmeno le Leggi eversive del 1866-67 avevano profanato.
Ad oggi, tutto il Complesso di S. Caterina, Chiesa e Monastero, pur rimanendo beni dell'ente ministeriale F.E.C.( Fondi Edifici di Culto), è passato in affido, dall'Ordine Domenicano alla Curia di Palermo.
Ci auguriamo che l'intervento d'urgenza e i lavori di restauro attualmente in fase di realizzazione all'interno della Chiesa ad opera della Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Palermo, anche da noi segnalati e supportati grazie ad uno studio diagnostico inerente l'area del sottocoro della Chiesa, che Itiner'ars ha elaborato assieme all'Associazione Lapis e alla Ditta di restauro Isola e già consegnato alla Soprintendenza di Palermo, possano essere adeguati a ridare splendore e futuro ad uno dei monumenti barocchi più importanti della nostra Città.
Proprio per non dimenticare questo tesoro nascosto, ci impegneremo, aderendo ancora una volta alla ventennale Manifestazione palermitana PANOMUS. LA SCUOLA ADOTTA LA CITTA', nel ricordare insieme la ricchezza e l'eleganza di questo luogo sacro, adottando la Chiesa di Santa Caterina V.M. in maniera simbolica e dalla sottostante Piazza Bellini.
SAREMO IN PIAZZA BELLINI nei giorni:
10 e 11 aprile 2015 - ore 9:30/18:30
12 aprile 2015 - ore 9:30/12:30
Un gazebo accoglierà l'allestimento per una visita alla Chiesa, guidata dai nostri associati.
Vi aspettiamo numerosi ed appassionati come sempre per ri-ViVere Palermo e non solo.
Per Info: 3384512011 - 3387228775
www.viviapalermo.com
Brevi cenni storici sulla Chiesa di S. Caterina Vergine e Martire:
La Chiesa del Monastero di Santa Caterina si affaccia sul lato settentrionale di piazza Bellini, con una scalinata a doppia rampa. Il fronte laterale prospetta invece su Piazza Pretoria. La Chiesa di Santa Caterina è annessa ad un vasto Monastero femminile domenicano la cui fondazione si fa risalire al 1310 a seguito di un lascito testamentario da parte della nobildonna Benvenuta Mastrangelo Santafiore. Pare che all’inizio il Monastero accogliesse semplici donne meretrici; soltanto in seguito, il suo stato mutò per magnificenza e ricchezza divenendo un Monastero nobiliare e di clausura. Nel corso del XVI secolo, per l’accrescersi del numero delle suore, il Monastero venne ampliato. L’ultima Priora perpetua, Suor Maria del Carretto figlia di Giovanni conte di Racalmuto, ne decise nel 1566 l'ampliamento nella attuale Chiesa. La nuova chiesa di S. Caterina venne inaugurata il 24 novembre 1596 nel giorno della ricorrenza della Santa Titolare. Ignoto è il nome del suo architetto. L’impianto planimetrico, a unica navata con tre cappelle per lato, si sviluppa longitudinalmente ed è attraversato dal transetto su cui si innesta la cupola, terminata nella prima metà del Settecento.
La facciata tardo-rinascimentale su Piazza Bellini, si sviluppa su due livelli con ricche trabeazioni e lesene. Entrando in Chiesa, sopra il portale d'ingresso vi è il piccolo coro del 1683, sorretto da due eleganti colonne tortili in marmo rosso. Esso è collegato ad un lungo corridoio che nella parte superiore, percorre tutta la Chiesa e dai cui affacci, schermati da grate intrecciate, le suore solevano ergersi senza essere viste per partecipare alle liturgie. L’aristocraticità del Monastero impose per la Chiesa una ricchissima decorazione e a testimonianza delle esose donazioni vennero apposti alcuni stemmi nobiliari su decori e pannelli. Il sottocoro è decorato con degli affreschi eseguiti da Francesco Sozzi con l’aiuto di Alessandro D’Anna, nel 1769; la grande volta della chiesa fu dipinta nel 1744 da Filippo Randazzo con la “Gloria di Santa Caterina“; gli affreschi dei pennacchi e della cupola, eseguiti nel 1751, con il “Trionfo dei Santi domenicani “sono opera di Vito d’Anna, mentre la volta del presbiterio venne dipinta da Antonio e Paolo Filocomo nel 1728 con l’”Anima in gloria ascende in Paradiso”. L'interno della chiesa fu arricchito nel corso dei secoli XVII e XVIII, da un magnifico manto parietale in marmi mischi e tramischi, con sculture ed affreschi. Si notino in particolare i preziosi quadri in marmi mischi e bassorilievi posti alla base delle lesene lungo la navata: la Probatica Piscina, il Sacrificio di Isacco, La fontana e l'Episodio di Giona o i medaglioni con le storie di S. Caterina nelle pareti dell'area presbiteriale. Fra tutti gli altorilievi, il famoso episodio di Giona sul primo pilastro di destra, viene attribuito allo scultore Giovan Battista Ragusa ed è databile a prima del 1727, data della sua morte. Molte e notevoli le preziosità artigianali custodite nella chiesa, tra cui riportiamo: gli angeli laminati in argento sull’altare principale, le griglie in argento a canestro fitto dei confessionali e del comunichino recanti al centro il cane simbolo dei domenicani, il grande torciere secentesco della cupola. Le differenze cronologiche nella decorazione sono evidenti soprattutto nella statuaria che interpreta gli effetti plastici barocchi sino alla maturata grazia del rococò. Le sei cappelle laterali contengono una significativa antologia di pitture seicentesche delle quali si ignorano gli autori. Nell’ala destra del transetto si trova l’altare di S. Caterina, eseguito su disegno dell’arch. Andrea Palma; la statua nella nicchia è opera di Antonello Gagini (1534), mentre le altre figure scultoree sono del Ragusa. Nel transetto di sinistra di fronte all'altare della Titolare, vi e l’apertura su piazza Pretoria che un tempo si utilizzava nelle ricorrenze solenni. Il presbiterio ha il pavimento in marmo intarsiato ed un sontuoso altare intarsiato. Dietro l’altare maggiore si trova il sarcofago della fondatrice della Chiesa, di Suor Maria del Carretto morta nel 1598. Sotto il presbiterio, si trova la Cripta del Monastero che accoglie ancora le sepolture di alcune delle sante donne che vi dimorarono.
L'area che comprende la Chiesa con l'annesso Monastero delle Domenicane di Clausura si estende per gran parte dell'isolato e prospetta anche sull'antico Cassaro, odierno Corso Vittorio Emanuele, da dove le suore ogni anno omaggiavano, gettando petali di rosa e di pomelia del loro giardino interno, il passaggio di Santa Rosalia per il Festino. Tuttavia dell'originale complesso edilizio che fu il Monastero di Santa Caterina Vergine e Martire di Palermo si conosce ben poco poiché l’ossequio della clausura imposto ininterrottamente per tanti secoli dal second'Ordine dei Frati Predicatori, se di certo ne ha preservato il Sito nel ricordo e nella memoria, non ne ha consentito, se non a pochissimi prescelti, il libero accesso o lo studio e l'osservazione di quell'inestimabile Patrimonio che ha accumulato e custodito per tutto questo tempo.
Dal luglio del 2014, il Monastero di S. Caterina non accoglie più le Monache dell'Ordine Domenicano e l'intera struttura, seppur di proprietà del Ministero dell'Interno dipartimento F.E.C., è affidata alla Curia palermitana.